
Siamo nel 1985, a Perugia, una mite mattina d'ottobre, il dott. Francesco Narducci, medico e professore universitario di appena 36 anni, saluta i colleghi dell'ospedale Monteluce di Perugia e si reca con la sua moto Honda, al lago Trasimeno(foto), un paio d'ore prima, ha avvertito telefonicamente il custode della rimessa barche, in modo che il suo scafo fosse pronto al suo arrivo al pontile.
Alcune persone lo videro dirigersi con la sua piccola imbarcazione verso l'isola Polvese, da quel momento in poi, nessuno vide più in vita Francesco Narducci, il suo cadavere, venne ritrovato la mattina del 13 ottobre, cinque giorni dopo la sua scomparsa, nelle acque che separano l'isola Polvese dal piccolo paese di Sant'Arcangelo.
Nel giugno del 2002 la Procura di Perugia, dopo una serie di indagini, fa aprire la tomba di Francesco Narducci e ordina che venga eseguita la riesumazione, disponendo contemporaneamente l'autopsia e altri esami. Il 20 dicembre successivo vengono consegnati i risultati delle perizie: Francesco Narducci non sarebbe morto annegato ma sarebbe stato ucciso e l'uomo rinvenuto nel lago e riconosciuto 17 anni prima sarebbe un'altra persona.
Per gli inquirenti quel cadavere sconosciuto sarebbe stato intenzionalmente scambiato per nascondere una qualche verità.
Di diversa opinione sarebberi i congiunti del Narducci, secondo loro, il cadavere "ripescato" il 13 ottobre del 1985, sarebbe stato proprio quello del giovane medico e che la morte, fu probabilmente causata da un gesto autolesionistico del dottore.
L'abnorme rilevanza di questa vicenda, è da attribuire al collegamento effettuato dagli inquirenti, fra la morte del dottore perugino e la serie di delitti maniacali del cosiddetto Mostro di Firenze.
Il coinvolgimento di Narducci si fonda sull'intercettazione telefonica di un gruppo di pregiudicati umbri(probabilmente degli usurai), che avrebbero minacciato una tale "Dora"(una commerciante) di fargli fare la stessa fine del "medico ucciso sul Trasimeno", velato riferimento alla morte dello stesso Narducci, rinvenuto cadavere al largo dell'isola Polvese, e sulla base di alcune lettere anonime ricevute dagli investigatori nei mesi successivi, nelle quali il medico veniva messo in relazione coi delitti.
Ancor più che, la presunta morte del Dottor Narducci, avvenuta comunque(come l'autopsia del 2002 confermò) in quel periodo, cadde proprio poco tempo dopo l'ultimo duplice delitto del Mostro di Firenze, datato 8 settembre 1985.
Alcuni esperti del caso, scettici rispetto alla figura del Narducci coinvolto nelle vicende del mostro, affermano che in realtà il personaggio citato nella famosa intercettazione alla Sig.ra Dora non fosse il Narducci ma un altro medico implicato in un giro di usurai che poi si suicidò al lago Trasimeno.
Le indagini che vedono coinvolto Narducci, sono tese ad ipotizzare una sua presunta appartenenza ad una setta che in qualche modo commissionava i delitti del Mostro di Firenze e, la sua morte associabile al fatto che, lo stesso Narducci fosse divenuto un pericolo per la setta stessa, in quanto intenzionato a rivelarne l'esistenza e quindi svelare la matrice dei delitti Fiorentini.
Il mio modesto parere è che, il medico umbro, non c'entri nulla con gli omicidi del Mostro di Firenze, che il suo coinvolgimento con quei fatti sia solo una forzatura, un'escrescenza errata di indagini errate, che dopo 30 anni(tanto sono durate quelle sul mostro) non hanno portato a nulla.
Se veramente lo scambio di cadavere c'è stato, è si legittimo pensare che la famiglia del dottore, volesse aprire al giovane medico una via di fuga, voleva creargli una copertura, magari in vista di un prossimo arresto.
Ma a tutt'oggi, non c'è nulla che metta realmente e concretamente in coesione il medico umbro, la sua morte e gli omicidi maniacali del Mostro di Firenze.
A.L.

Nessun commento:
Posta un commento